Le donne con disabilità affrontano molte più difficoltà, sia nella sfera pubblica che in quella privata, nell’accesso a un alloggio, alla salute, all’istruzione, alla formazione professionale e al lavoro adatto a lor. Inoltre, sperimentano disuguaglianze nelle assunzioni, nei tassi di promozione e nella retribuzione a risorse di lavoro, nell’accesso alla formazione e alla riqualificazione, al credito e alle realtà produttive e sono poco coinvolte nel processo decisionale economico.
All’interno della popolazione con disabilità compresa tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 26,7% delle donne.
La promozione dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione delle donne è essenziale per il raggiungimento della civiltà e per perseguire adeguati obiettivi di sviluppo.
Le donne, le ragazze e le bambine con disabilità o con patologie invalidanti, siano esse riconosciute meno, subiscono una doppia discriminazione, che le espone a un rischio sessuale maggiore di violenza di genere, abusi sessuali, abbandono, maltrattamento e sfruttamento.
La violenza fisica o sessuale subita dalle donne italiane raggiunge il 31,5% nell’arco della vita, ma per le donne con problemi di salute o disabilità la situazione è più critica. La violenza fisica o sessuale raggiunge il 36% tra coloro che dichiarano di avere una disabilità o una patologia invalidante, il 36,6% fra chi ha limitazioni gravi.
Le donne con disabilità sono a rischio, sia all’interno che all’esterno della casa, di violenza, lesioni o abusi, negligenza o negligente, maltrattamento o sfruttamento.
Secondo uno studio Istat tra le persone con disabilità è senza titolo di studio il 17,1% delle donne. Inoltre, la quota di persone con disabilità che ha raggiunto titoli di studio più elevati (diploma di scuola superiore e titoli accademici) è pari al 19,3% tra le donne, a fronte del 55,1% delle altre.
Bisogna riconoscere che la prospettiva di genere e l’empowerment delle donne con disabilità è fondamentale per ottenere l’eguale godimento di tutti i diritti umani e lo sviluppo per tutti, comprese le persone con disabilità.
Le conseguenze della disabilità sono particolarmente gravi per le donne: soggette a svantaggi sociali, culturali ed economici, che rendono loro più difficile la partecipazione alla vita comunitaria.
È necessario lavorare ancora molto sui servizi di supporto, sull’istruzione e sulla vita familiare e l’integrazione personale.
È prioritario adottare misure per garantire il pieno ed effettivo godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali alle donne con disabilità, assicurando programmi e politiche idonee a promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e il miglioramento della salute materna.
Uniciv affronta le preoccupazioni delle donne e delle ragazze e delle bambine con disabilità lavorando ogni giorno per loro e con loro, affinché venga garantita l’inclusività e l’accessibilità.
Le donne con disabilità o con una patologia invalidante, i loro familiari o caregiver possono rivolgersi a Uniciv nelle seguenti modalità:
scrivi un messaggio alla Pagina Facebook di Uniciv – Unione invalidi civili –
oppure,
invia una email a info@univic.it indicando il contenuto della richiesta, il proprio nome e cognome, la città di residenza.
- Fonti:
- Donne e alloggi adeguati, Studio del Relatore speciale sull’alloggio come componente del diritto a un tenore di vita adeguato, Miloon Kothari, E/CN.4/2005/43.
- “Barriere all’occupazione per le donne con disabilità”, Arthur O’Reilly, Il diritto a un lavoro dignitoso delle persone con disabilità, Skills Working Paper n. 14, Ginevra, Organizzazione internazionale del lavoro, 2003.
- Nazioni Unite “Scheda informativa sulle persone con disabilità”.
- Banca Mondiale “Salute riproduttiva e disabilità”.
- Istat: Conoscere il mondo delle disabilità.