Come siamo messi in Italia sul fronte lavoro alle persone con disabilità? Cosa emerge dai contatti Uniciv?
“E’ il caso di dirlo, i lavoratori con disabilità in Italia sistemati per i festivi e anche per i feriali. Questa è la realistica e amara constatazione. L’osservazione di Uniciv è ampiamente confermata dai dati ufficiali”, afferma Giusi Pintori, Project manager di Uniciv.
“L’inclusione lavorativa è uno dei temi fondamentali per le persone con disabilità. Il lavoro è reddito ma è anche dignità e opportunità. Lavorare per un soggetto disabile significa migliorarne l’autonomia, perchè agevola e favorisce stili di vita indipendente e tollerare con più facilità la malattia“, prosegue la Pintori.
I dati.
Su 100 persone di 15-64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, sono comunque abili al lavoro, solo 35,8 sono occupati.
Il tasso medio Ue di occupazione delle persone disabili è invece superiore al 50%, quasi 20 punti in più rapportati con l’Italia.
In Italia ci sono circa un milione di persone disabili disoccupate o in cerca del primo impiego, con probabilità assai scarse di trovare un posto in tempi ragionevoli, vista anche la pandemia.
Il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20/30mila inserimenti l’anno. La realtà italiana è peggiore di quanto non dica questa differenza – aggiunge Seta – poiché è molto alta l’età media delle persone disabili occupate in Italia (59 anni).
I numeri sono ancora più drammatici per le donne che risultano fortemente svantaggiate rispetto agli uomini (quasi il 40% rispetto al 60%); se si osserva l’area geografica, lo squilibrio è ancora più grande: la Lombardia, da sola, occupa tante persone con disabilità quanto l’intera macro area Sud- Isole.
Infine, se si prende in considerazione il livello di invalidità, la maggior parte di coloro che sono riusciti a trovare un impiego presenta livelli ridotti di invalidità. Le giovani donne del Sud con invalidità elevata non si iscrivono nemmeno nelle liste della legge 68/99.
Tra le lacune più significative: l’assenza di fondi per l’inclusione lavorativa.
La ministra per le disabilità: “Il collocamento mirato non sta funzionando, lavoriamo per creare una banca dati”
Sul tema è intervenuta la ministra per le disabilità Erika Stefani, parlando al Festival del lavoro, organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e dalla Fondazione studi consulenti del Lavoro. “Per le persone con disabilità il lavoro è ancora più centrale perché ti permette di vivere la società e le relazioni– sottolinea Stefani -. Oggi abbiamo una normativa sul meccanismo di collocamento lavorativo mirato che non sta dando dei buoni frutti. Stiamo affrontando con il ministro del lavoro, Andrea Orlando, la questione e ci stiamo ponendo il problema da più punti di vista. Se si guarda ai numeri sugli inserimenti delle persone con disabilità, vediamo che nella relazione più recente sono ancora in calo. E’ evidente che bisogna correggere e sensibilizzare”. Ma la questione principale su cui vuole lavorare il ministro è la legge 68/99 sull’inclusione lavorativa: “È importantissima, ma servono dei miglioramenti, dei passaggi ulteriori, a partire dalla creazione della banca dati e abbiamo ancora tanto da fare su questo. In tal senso il nostro rapporto con gli ordini professionali è altrettanto fondamentale e vogliamo dialogare con loro”, conclude la Stefani.