Periodo di vacanze e di centri estivi. I bambini e i ragazzi attendono trepidanti questo momento. I comuni, le parrocchie, le associazioni, i centri sportivi e balneari, così come le piccole realtà dei paesini scendono in campo per prestare servizi alle famiglie e dare ai bambini e ai ragazzi luoghi di riposo, scoperte e incontri, che offrono opportunità di socializzazione e sviluppo personale.
Una realtà ampia e diffusa nel nostro paese può essere però anche occasione discriminante per alcuni, se non per molti. Per le famiglie di bambini e ragazzi con disabilità e con malattie gravi questo periodo estivo può diventare un momento frustrante e l’opportunità di frequentare un centro estivo potrebbe sembrare fuori portata per loro.
Abbiamo ricevuto lo sfogo di numerose famiglie che stanno sperimentando in questi giorni la difficoltà di iscrivere il loro figlio a un campo estivo in prossimità del loro domicilio.
Per dare loro una risposta ci siamo rivolti anche all’ufficio legale Uniciv il quale precisa che qualsiasi organizzazione e struttura deve accettare l’iscrizione di una persona con disabilità e che l’iscrizione non può essere subordinata alla presenza di assistenza dedicata. Così come per inidoneità degli spazi o del personale o, più genericamente, motivi di sicurezza, non può essere respinta l’iscrizione, chi lo fa pone in essere una discriminazione sanzionabile ai sensi della legge n. 67 del 2006 recante “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni“.
La discriminazione citata della legge 67, che può essere diretta o indiretta.
“Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga.”
“Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone.”
“Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.”
Le organizzazioni che gestiscono i campi estivi devono adottare ogni misura e accomodamento ragionevole per garantire da subito la partecipazione dei bambini con disabilità a parità di diritti con gli altri partecipanti. Il principio di eguaglianza è elemento cardine di una società civile e sul tema in oggetto è anche tutelato dalla legge.
I campi estivi accessibili offrono ai bambini disabili o in condizioni critiche e alle loro famiglie un’opportunità unica di trascorrere del tempo all’aria aperta, apprendere nuove abilità, incontrare amici affini, accumulare nuove esperienze, in un ambiente di campo divertente che non solo è accettante ma è anzi valorizza i talenti di tutti.