Buongiorno, sono Laura, ho 53 anni e ho appena scoperto di essere affetta da Hiv. La pandemia mi ha rinchiusa in casa a lungo. Sebbene lavorassi in in smartworking la mia stanchezza aumentava di giorno in giorno e mi terrorizzava l’idea di stare peggio nel caso avessi contratto il covid-19. Nel corso dei mesi la mia debolezza è cresciuta e mi vedevo invecchiata, spenta, piena di dolori. Quando è arrivato il tempo di approfittare della bella stagione per riprendere le uscite, io di fatto mi sentivo impedita. E’ così che mi sono decisa a chiamare il medico di famiglia, il quale mi ha rassicurata dicendo che avevo sofferto troppo per l’isolamento e avevo tutti i sintomi della depressione. Ho cercato di impegnarmi ma il mio corpo non si riprendeva. Mentalmente ero più dinamica ma il fisico non dava segni di miglioramento. Ho pensato che l’età e la menopausa avvenuta l’anno precedente mi stesse passando i conto. Un giorno passando davanti a una farmacia ho visto una locandina che invitava a fare il test Hiv. 15 minuti dopo ho appreso di essere sieropositiva. Ho avuto questa notizia solo un mese fa e sono a pezzi. Ho appreso di far parte dei casi sommersi e nascosti, avevo contratto il virus almeno due anni prima del test. Ho preso contatti con un centro d’eccellenza per essere messa in cura ed ho appreso che sono già in uno stadio avanzato. MI sento distrutta da questa notizia. Ho saputo dal medico che Uniciv si occupa di assistere le persone in casi come il mio. Vi scrivo per sapere quali diritti mi riconosce la legge e se potete aiutare anche me. Grazie, saluti.
Gentile Laura,
prima di tutto le diamo il ben venuto nella nostra associazione, nostra nel senso che da oggi è anche sua. Ci dispiace molto sapere ciò che ha passato stando male e senza avere diagnosi. Comprendiamo il suo abbattimento. Faremo di tutto per assisterla al meglio presso la sede a lei più vicina o anche a distanza, se fosse necessario.
La informiamo fin d’ora che la legge prevede che i portatori di HIV possano essere riconosciuti come invalidi dopo le opportune valutazioni.
Per la tutela della privacy, inoltre, la legge prevede la possibilità di presentare documentazioni in cui viene oscurato il codice identificativo della patologia, evitando così di doverla rivelare al suo datore di lavoro.
Inoltre, ai sensi della legge 68/99 se viene riconosciuto un grado di invalidità pari o superiore al 46% se si è disoccupati ci si può iscrivere nelle liste speciali per l’inserimento lavorativo, mentre se si ha già un lavoro serve una percentuale superiore al 60%. Infine con il 100% di invalidità si ha diritto ad una pensione di importo pari all’assegno ma che viene concessa in base a requisiti reddituali superiori.
Per quanto concerne l’assistenza invece, è previsto che i genitori o i familiari conviventi di una persona malata di Aids possano fare richiesta per usufruire dei benefici della legge 104/92 come il diritto ai permessi retribuiti e, quando possibile, poter scegliere il posto di lavoro più vicino a casa.
Per informazioni più dettagliate e confacenti al suo caso le chiediamo di dirci dove risiede per poter essere inviata a una sede a lei vicina.
La invitiamo a contattarci quanto prima e nel frattempo le inviamo i nostri più cordiali saluti.