In Italia dall’inizio della pandemia COVID-19 si sono registrati 22.648.063 di cui 45.223 segnalati ieri.
Nel caso si sia il contratto il virus nel luogo di lavoro si tratta di vero e proprio infortunio.
Se l’assenza è stata trattata come un periodo di malattia comunque entro tre anni è possibile denunciare l’infortunio. Ciò significa che se si è contratto il virus nel 2020 è ancora in tempo.
Denunciare i giorni di lavoro persi per Covid contratto sul luogo di lavoro non incide non incide sul periodo di comporto, il tempo durante il quale, in caso di assenza per malattia o per infortunio, il lavoratore ha diritto a conservare il posto di lavoro. Se si supera tale periodo si rischia il licenziamento per giusta causa”.
Per fare la denuncia è necessario aver conservato il certificato del tampone che attesti la positività.
La piena copertura retributiva del periodo di assenza dal lavoro, attraverso il pagamento dell’indennità temporanea Inail, sarebbe solo parziale se il contagio fosse trattato come malattia comune da parte dell’Inps.
Inoltre , cè un altro aspetto importantissimo da tenere presente, denunciare i contagi è il presupposto per avere garantita la tutela anche in caso di aggravamento delle condizioni di salute per dieci anni. Considerando la scarsa conoscenza scientifica delle conseguenze a lungo termine dell’infezione da Covid, si tratta di un aspetto da non trascurare.
Ricordiamo che fino al 31 dicembre 2022 i genitori lavoratori dipendenti del settore privato che hanno almeno un figlio minore di 14 anni, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, anche in assenza degli accordi individuali e a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.
Per qualsiasi necessità è possibile rivolgersi a Uniciv.