Dopo lunga e speranzosa attesa è disponibile la graduatoria Inps per gli assegnatari del bonus psicologo. Tuttavia com’era prevedibile, pochi coloro che ne possono usufruire, per l’esattezza solo 1/10 dei richiedenti.
Il Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (cosiddetto bonus psicologo) destinato ai cittadini richiedenti con Isee non superiore ai 50mila euro, era stato previsto per sostenere le spese di assistenza psicologica di coloro che, nel periodo delicato della pandemia e della correlata crisi economica, hanno visto accrescere le condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica.
La salute mentale à una componente essenziale della capacità di resilienza delle comunità. E’ di fondamentale importanza prevedere ed attuare politiche in grado di produrre sistemi di salute mentale inclusivi, efficaci e a tutela dei diritti. I numerosi problemi nell’organizzazione dei servizi di salute mentale, messi a dura prova delle recenti crisi sanitarie e umanitarie, richiedono oggi più che mai la capacità di affrontare e superare le fragilità strutturali che sottraggono milioni di persone alle cure adeguate per i loro bisogni di salute.
Solo il 5% dei 130.000 psicologi del Paese lavora in strutture pubbliche e fino a un quarto di coloro che hanno bisogno di aiuto psicologico hanno desistito o non l’hanno cercato per mancanza di risorse finanziarie.
I diritti umani e della dignità delle persone affette da disturbi mentali, dovrebbero essere la centralità dell’approccio comunitario alla salute mentale e il coinvolgimento dei diretti interessati e delle loro famiglie nel processo di cura e recupero psicosociale, in Italia non è così.
Preoccupa l’incremento costante del malessere mentale dei giovani e soprattutto degli adolescenti: autolesionismo, ritiro sociale, abbandono scolastico. La maggior parte dei disturbi mentali (80%) insorgono in età infantile e in epoca adolescenziale, interventi precoci sono anche quelli più efficaci e richiedono quindi un assetto innovativo nell’organizzazione dei servizi.
Inoltre, in Italia il governo non aggiorna i dati sui suicidi dal 2017. Nel 2019 le autorità sanitarie hanno annunciato la creazione di un Osservatorio sui suicidi e sui tentativi di suicidio, ma a tre anni di distanza non è ancora funzionante.
“Uniciv richiede ancora con forza che il settore della salute mentale abbia una nuova e maggiore attenzione da parte delle istituzioni: le risorse impegnate in Italia non superano il 3,5%, comprese quelle destinate alla neuropsichiatria infantile“.
L’Italia esce perdente nel confronto con altri paesi europei: l’Inghilterra destina il 9,5% delle risorse della spesa sanitaria in favore della salute mentale, la Svezia il 10% la Germania l’11,3%“, conclude Giusi Pintori.
Uniciv ancora una volta non fa mancare la propria assistenza ai cittadini, infatti è possibile rivolgersi alla email info@uniciv.it per verificare se c’è stata l’assegnazione del diritto al contributo e se, sulla base di limiti di salute specifici e invalidanti, sia possibile usufruire degli strumenti di assistenza previsti nel nostro Paese.