Il Reddito di Cittadinanza (RdC) ha lo scopo di garantire l’inserimento o il reinserimento lavorativo e sociale del beneficiario. Dunque, se rientri tra i beneficiari, devi attivarti partecipando ad un “percorso personalizzato“, che può comprendere attività formative o per la riqualificazione professionale, opportunità professionali e la partecipazione ad attività al servizio della comunità.
La domanda di RdC equivale alla Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID). Restano esclusi da tali obblighi i seguenti soggetti:
- minorenni;
- beneficiari del RdC pensionati;
- beneficiari della Pensione di cittadinanza;
- persone con oltre 65 anni di età;
- disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% o invalidi del lavoro con invalidità superiore al 33%, non vedenti, sordomuti, invalidi di guerra, se non è previsto il collocamento mirato;
- soggetti già occupati o che frequentano un regolare corso di studi o di formazione;
- soggetti con carichi di cura (‘caregiver’) che si occupano di componenti familiari minori di tre anni o disabili gravi e non autosufficienti.
Inoltre, per poter fruire del RdC, devi:
- sottoscrivere il Patto per il Lavoro con un Centro per l’Impiego;
- sottoscrivere il Patto per l’Inclusione Sociale, che coinvolge sia i servizi sociali che i Centri per l’Impiego, se non sei in condizione di lavorare.
Il patto per il lavoro è un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e che prevede la redazione del bilancio delle competenze e attività finalizzate alla ricerca attiva di lavoro e alla formazione o riqualificazione professionale.
Il Patto per l’inclusione avviene previo contatto dai servizi dei Comuni competenti in materia di contrasto alla povertà per iniziare un percorso di inclusione sociale. Prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali. L’obiettivo è costruire interventi su misura insieme alle famiglie stesse, per rimuovere le cause della povertà e accompagnarle verso l’autonomia. L’adesione al Patto per l’inclusione sociale, per i nuclei non esentati, è una condizione necessaria per il mantenimento del beneficio economico.
Se il cittadino ha una disabilità che non consente accesso al mondo del lavoro o assiste figli di età inferiore ai 3 anni oppure individui non autosufficienti, è esonerato dalla sottoscrizione del Patto per il Lavoro e del Patto di Inclusione.
Se si sottoscrive il Patto per il Lavoro, il Centro per l’Impiego proporrà fino a 2 offerte di lavoro (una in caso di rinnovo del RdC), in base a determinati requisiti di distanza e alla durata del periodo di disoccupazione. Se si rifiuta la seconda opportunità di impiego proposta, perdi il RdC.
In virtù Decreto Aiuti, se a presentare la proposta di lavoro “congrua” è direttamente un datore di lavoro privato, le regole per la decadenza saranno comunque applicate. Il datore di lavoro proponente sarà chiamato a comunicare il rifiuto al Centro per l’impiego territorialmente competente che ne terrà conto nel conteggio delle proposte che possono essere rifiutate prima della perdita del beneficio.
In merito a quest’ultima opzione, si attende apposito decreto attuativo di cui daremo prontamente notizia in questo sito e nei canali social:
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Per qualsiasi chiarimento è altresì possibile inviare una email a info@uniciv.it