L’assegno di vedovanza è un contributo economico assegnato alle persone che percepiscono la pensione di reversibilità e che, oltre a essere vedove, sono anche invalide al 100%.
Per fare richiesta scrivere a info@uniciv.it che indicherà una sede a cui rivolgersi.
Quando un cittadino decede, i suoi eredi (in primis, il coniuge) ricevono un assegno mensile in funzione della situazione contributiva del familiare deceduto. In questo senso, si possono distinguere:
- pensione di reversibilità, se il deceduto era titolare di una pensione diretta al momento del decesso;
- pensione indiretta, se la persona deceduta non era ancora arrivata alla pensione ma possedeva specifici requisiti contributivi;
- indennità per morte, se il deceduto non aveva maturato i requisiti per la pensione indiretta.
Se il percettore della pensione di reversibilità si trova in una determinata condizione di salute e reddituale, può beneficiare anche dell’assegno di vedovanza. Si tratta, infatti, di una maggiorazione che non spetta indistintamente a tutti i familiari del pensionato deceduto, ma solo ai vedovi invalidi civili al 100%.
Per avere diritto all’assegno integrativo di vedovanza, il coniuge superstite deve possedere i seguenti requisiti:
- essere vedovo/a di un lavoratore impiegato come dipendente pubblico o privato, co.co.co o autonomo iscritto alla Gestione separata;
- percepire la pensione di reversibilità;
- essere invalido civile al 100%, con riconoscimento dell’inabilità al lavoro o titolare di indennità di accompagnamento.
L’assegno di vedovanza non spetta ai coniugi vedovi che percepiscono la pensione di reversibilità da una gestione speciale di lavoratori autonomi.
L’importo dell’assegno di vedovanza varia a seconda del reddito annuo percepito dal coniuge in vita, che deve essere inferiore o pari a 31.296,62 euro.
A questo proposito, vi sono due importi diversi, a seconda della fascia reddituale in cui si rientra. Nella tabella seguente riportiamo gli importi aggiornati al 2023.
Reddito complessivo annuo | Importo |
Fino a 27.889,67 euro | 52,91 euro |
Da 27.889,68 a 31.296,62 euro | 19,59 euro |
L’assegno di vedovanza deve essere richiesto all’INPS nel momento in cui si presenta la domanda per la pensione di reversibilità. In alternativa, può essere richiesta in un momento successivo presentando la domanda di ricostituzione.
Pur potendo presentare la domanda anche in seguito al decesso del coniuge, vi è un limite di 5 anni. Infatti, è possibile fare domanda in un secondo momento, con la possibilità di ricevere gli arretrati, fino a un massimo di 3.000 euro e un massimo di 5 anni.
L’assegno di vedovanza viene erogato insieme alla pensione di reversibilità. Nonostante ciò, la sua erogazione varia a seconda che il soggetto beneficiario sia un lavoratore dipendente o un pensionato.
Se il coniuge vedovo è un soggetto lavoratore, allora l’importo verrà versato direttamente dal suo datore di lavoro in busta paga. Sarà poi compito del datore di lavoro chiedere la restituzione della somma all’INPS.
In caso di decesso del coniuge beneficiario dell’assegno di vedovanza, la somma viene trasmessa agli eredi. In questo caso, però, si presentano due diverse possibilità:
- se il coniuge vedovo percepiva l’assegno integrativo al momento del suo decesso, allora questo contributo economico rientra nel patrimonio del defunto e quindi nell’asse ereditario. Pertanto, i suoi eredi beneficeranno dell’importo spettante.
- se il soggetto muore senza aver mai beneficiato dell’assegno, pur avendone diritto, questo diritto viene trasmesso ai suoi eredi legittimi. Colui che effettua la dichiarazione di successione, perciò, può presentare domanda all’INPS secondo le modalità sopra elencate.