Come è noto il Reddito di cittadinanza è stato sostituito da quest’anno dall’Assegno di inclusione.
L’Inps riferisce, con una circolare, che la pratica è da considerarsi accettata e risolta con il principio di “silenzio-assenso”
Cosa significa?
Nel caso in cui l’amministrazione interessata alla verifica della condizione di svantaggio e della verifica dell’inserimento nel programma di cura, non si pronunci nei sessanta giorni, la richiesta passa in esito positivo per silenzio assenso“
Chiariamo meglio.
- L’Inps “ha rilasciato un servizio pubblicato nel portale istituzionale denominato ‘Validazione delle certificazioni Adi’ (assegno d’inclusione, appunto) attraverso il quale l’amministrazione pubblica competente può validare la dichiarazione, indicata nella domanda Adi, relativa alle certificazioni attestanti le condizioni di svantaggio”
- L’Inps chiederà all’amministrazione di riferimento (citata nella domanda) una verifica della situazione di disagio: se entro 60 giorni non ci sarà una riposta in base al principio del silenzio assenso la domanda (se ovviamente ci sono gli altri requisiti) sarà accettata.
- Queste dichiarazioni sono “valide per il richiedente e/o per i soggetti appartenenti al proprio nucleo familiare e/o l’inserimento nei programmi di cura e assistenza con data antecedente a quella di presentazione della domanda di Adi”
E’ importantissimo presentare la domanda, e attendere i due mesi successivi, nel corso dei quali dovrebbe esserci una risposta. Solitamente nel primo mese viene respinto solo il 25% delle domande. Se la risposta non c’è significa che la domanda è stata accolta.