Risorse per 10 milioni di euro per il 2024 da destinare alla cura dei disturbi alimentari che solo in Italia colpiscono circa 3 milioni di persone.
I “Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione” (denominati comunemente con la sigla DCA) sono malattie psichiatriche di grave impatto. Condizionano profondamente le persone che ne soffrono e le loro famiglie. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’Anoressia Nervosa è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, nelle giovani donne.
La DCA è definita come una patologia delle donne, perché il 90% della popolazione femminile ne è interessata, ma risulta essere un’affermazione non corretta in quanto anche la popolazione maschile è coinvolta ed è aumentata negli ultimi anni.
Attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe, il Ministro della Salute ha annunciato il rifinanziamento al Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, inoltre che con l’aggiornamento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) i pazienti potranno ricevere ulteriori prestazioni ambulatoriali in esenzione.
Ad oggi i pazienti affetti da anoressia e bulimia possono usufruire in esenzione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio del disturbo.
Con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, programmata per il primo aprile, “gli assistiti potranno accedere a 16 nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale e nell’ambito della proposta di aggiornamento dei Lea, la commissione ha rilevato l’importanza di introdurre ulteriori 16 prestazioni di assistenza ambulatoriale da concedere in esenzione per il monitoraggio e la prevenzione di complicanze collegate, che sommate alle precedenti diventeranno 32“.
A chi soffre di determinati “Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione”, è riconosciuta l’invalidità.
Seguendo le nuove linee guida per l’accertamento degli stati invalidanti, dunque, sono due i disturbi alimentari che sono riconosciuti tra i disturbi psichici per i quali è previsto il riconoscimento dell’invalidità: l’anoressia nervosa (e anche l’anoressia mentale) e la bulimia nervosa.
Anche l’obesità è inserita tra gli stati invalidanti per i quali l’assistenza speciale potrebbe essere riconosciuta. Mentre, nel caso del disturbo alimentare della diabulimia, si potrebbe pensare di ottenere l’invalidità considerato la patologia diabetica (necessaria per l’esistenza stessa di tale disturbo).
Patologia lieve, moderata e grave
Nelle linee guida INPS, dunque, il disturbo alimentare dell’anoressia nervosa rientra tra le patologie invalidanti gravi, nello specifico tra le malattie dell’apparato psichico, così come la bulimia nervosa.
Per l’anoressia distinguiamo 3 classi funzionali in base alla condizione fisica e al decorso della malattia: patologia lieve, moderata e grave.
L’anoressia lieve subentra con una percentuale d’invalidità certificata del 35%, quella moderata con una percentuale del 45%, mentre quella grave ricorre con una percentuale di invalidità che va dal 75% al 100%.
Infine, per i casi di gravità estrema, che compromettono lo svolgere le normali attività quotidiane, si ha diritto sotto richiesta anche all’accompagnamento.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a info@uniciv.it