«Nella salute mentale non abbiamo un vaccino per evitare la sofferenza: ci viene chiesto di lavorare ogni giorno su quegli aspetti della vita che sono associati o causalmente legati alla malattia mentale”, affermò il presidente della Siep (Società italiana di epidemiologia psichiatrica) Fabrizio Starace nel “Summit sulla Salute mentale3 tenutosi lo scorso anno, il 5 e 6 ottobre, a Parigi. Ed è questo il buon segno di come, pur tra le tante trasformazioni prodotte dalla pandemia nella società, vada ancora scongiurato il rischio che la salute mentale resti ferma ai suoi limiti di sempre.
L’Italia, ai primi due Vertici internazionali sulla salute mentale non era stata presente, adesso lancia un messaggio che sembra positivo: a Roma nel 2022 il quarto summit.
“Nonostante questo qualcosa stona, a dire il vero più d’una” afferma Giusi Pintori, Project manager di Uniciv, Unione invalidi civili. “Un dato fra i tanti è il finanziamento complessivo del bonus psicologo, appena 10 milioni di euro, altri 10 milioni sono erogati alle strutture già esistenti, potrebbe soddisfare le esigenze di 16.000 persone”
“La necessità di promuovere e incrementare l’assistenza alle persone che soffrono di disagio psichico è riconoscere i diritti umani delle persone ed è una questione di civiltà., oltre che una questione di salute pubblica”, continua la Pintori.
L’Italia deve affrontare diverse sfide quando si tratta di fornire assistenza sanitaria mentale. Solo il 5% dei 130.000 psicologi del Paese lavora in strutture pubbliche e fino a un quarto di coloro che hanno bisogno di aiuto psicologico hanno desistito o non l’hanno cercato per mancanza di risorse finanziarie.
Nel frattempo, durante la pandemia sono aumentati i cittadini che soffrono di vari problemi e pensieri suicidi, in particolare i giovani. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha riferito che il numero dei ricoveri per suicidio e autolesionismo è raddoppiato nella fascia di età 15-24 anni dall’inizio della pandemia.
Preoccupa l’incremento costante del malessere mentale dei giovani e soprattutto degli adolescenti: autolesionismo, ritiro sociale, abbandono scolastico. La maggior parte dei disturbi mentali (80%) insorgono in età infantile e in epoca adolescenziale, interventi precoci sono anche quelli più efficaci e richiedono quindi un assetto innovativo nell’organizzazione dei servizi.
Inoltre, in Italia il governo non aggiorna i dati sui suicidi dal 2017. Nel 2019 le autorità sanitarie hanno annunciato la creazione di un Osservatorio sui suicidi e sui tentativi di suicidio, ma a tre anni di distanza non è ancora funzionante.
“Uniciv richiede con forza che il settore della salute mentale abbia una nuova e maggiore attenzione da parte delle istituzioni: le risorse impegnate in Italia non superano il 3,5%, comprese quelle destinate alla neuropsichiatria infantile.
L’Italia esce perdente nel confronto con altri paesi europei: l’Inghilterra destina il 9,5% delle risorse della spesa sanitaria in favore della salute mentale, la Svezia il 10% la Germania l’11,3%“, conclude Giusi Pintori.
Ricordiamo che sapere di più è possibile rivolgersi a Uniciv. Così come per richiedere l’ISEE, indispensabile per richiedere il Bonus.
E’ possibile rivolgersi a Uniciv inviando una email a info@unciiv.it oppure lasciando un messaggio nella Pagina Facebook o ancora telefonando al 06 7759 0330.