Si infiamma ancora il dibattito Opzione donna, lo strumento che permette ad alcune categorie di uscire anticipatamente dal lavoro.
Si intederebbe prorogare la normativa attuale per un periodo di 6-8 mesi per risparmiare circa 110 milioni di euro e giungere durante il 2023 a una riforma complessiva del sistema pensionistico.
Opzione donna consentirebbe di andare in pensione anticipatamente a tre sole categorie di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 75% e licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Inoltre l’età per accedere a Opzione donna è fissata a 60 anni, soglia che potrebbe scendere di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due.
Altra possibilità di prepensionamento, stavolta riservata a donne invalide o donne caregiver, è data dall’Opzione Donna, che viene prorogata nel 2023 ma con alcuni importanti correttivi, che sono stati inseriti nell’ultima bozza della Manovra. La novità consiste nel fatto che l’opzione è legata anche alla presenza e al numero di eventuali figli.
In questo caso si prevede la possibilità, per chi abbia i requisiti, di andare in pensione a 60 anni, con almeno 35 anni di contributi. L’età va via via scendendo, se ci sono dei figli (fino ad un massimo di 2), secondo questa scaletta:
· 60 anni di età e 35 anni di contributi, senza figli
· 59 anni di età e 35 di contributi, in presenza di un figlio/a
· 58 anni di età e 35 di contributi, in presenza di due figli/e
Categorie di lavoratrici ammesse
Può accedere al prepensionamento tramite Opzione donna solo la lavoratrice appartenga a una delle tre categorie:
– caregiver familiare,
– invalida civile con una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;
– lavoratrice licenziata o dipendente di imprese per le quali è attivo un tavolo di crisi aziendale.