«Ogni persona, con i suoi limiti fisici e psichici, anche gravi è sempre un valore inestimabile, e come tale va considerata. [—] Esorto i legislatori e i governanti a tutelare le persone con disabilità e a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società».
Queste le parole pronunciate da Benedetto XVI affacciato dalla finestra del suo studio in piazza San Pietro, durante un Angelus di inizio dell’Avvento, di diversi anni fa.
Uniciv, Unione invalidi civili, esprime così il cordoglio a Joseph Aloisius Ratzinger, nel giorno del suo funerale e nella vigilia dell’Epifania.
In un’Omelia tenuta diversi anni fa proprio in occasione dell’Epifania Papa Benedetto XVI diceva:
<<…possiamo sicuramente farci una certa idea di quale tipo di uomini debbano essere stati coloro che, in seguito al segno della stella, si sono incamminati per trovare quel Re che, non soltanto per Israele, ma per l’umanità intera avrebbe fondato una nuova specie di regalità. Che tipo di uomini, dunque, erano costoro? [—] Gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano, in ogni caso, uomini dal cuore inquieto. [—] Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. [—] Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore>>.
Nelle parole del Papa, per i credenti o non credenti, si ravvede l’impegno di tutti coloro, persone con disabilità e persone a loro supporto, che vivono cercando di valorizzare la persona, e quindi anche la persona con disabilità, invalidità, o con malattie invalidanti.
Per fare questo ci vuole il coraggio e l’umiltà. <<I Magi d’Oriente erano anche e soprattutto uomini che avevano il coraggio e l’umiltà. Ci voleva del coraggio per uscire – verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. [—] La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente>>.
Ogni giorno Uniciv, ascolta, supporta e si confronta con chi subisce spesso il mancato riconoscimento dei suoi diritti, della sua dignità, senza un aiuto economico adeguato, senza una cultura realmente inclusiva. Dai bambini che non ricevono il corretto supporto negli istituti scolastici e poi all’Università, ai giovani esclusi dalla formazione e dal mondo del lavoro, spesso abbandonati senza prospettive dignitose, agli adulti a cui è ancora preclusa la giusta tutela, per non parlare degli anziani, in balia ancora troppo spesso di soluzioni totalmente inadeguate ed infelici. Per molti italiani con invalidità anche rivolgersi alle strutture sanitarie è difficile, costoso, estenuante. Molti sono beffati dalla realtà.
E’ in virtù di questo che tutti gli uomini e le donne che in Uniciv lavorano, perchè non manca mai il coraggio e l’umiltà di andare avanti perchè sia riconosciuto a tutti il loro valore inestimabile.
In oltre 100 sedi dislocate su quasi tutto il territorio nazionale, Uniciv presta attenzione, a coloro che ogni giorno varcano le porte degli uffici o si rivolgono con email e messaggi per chiedere un aiuto.
Le situazioni sono le più diverse, spesso ai limiti dell’assurdo, colme di stanchezza, ma anche di grande dignità nonostante un presente difficile e “un futuro incerto e si proceda verso l’ignoto”.
Durante il funerale di Benedetto XVI , Papa Francesco quest’oggi afferma: <<La fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza: noi siamo ricchi in fragilità. [—] La fragilità è la nostra vera ricchezza e dobbiamo imparare a rispettarla e ad accoglierla, perché , ci rende capaci di tenerezza, di misericordia e di amore. Guai a quelle persone che non si sentono fragili: sono dure, dittatoriali. Invece, le persone che con umiltà riconoscono le proprie fragilità sono più comprensive con gli altri. La fragilità — io posso dire — ci rende umani>>.
In questa vigilia dell’Epifania il ringraziamento alle persone che ad Uniciv si rivolgono è un lieto e sentito obbligo, così come lo è nei confronti di tutti gli operatori, impiegati e responsabili che ascoltano, tutelano e assistono migliaia di persone. E’ un grande lavoro, è un lavoro grande!