“L’accesso alla scuola ci mette in gravi difficoltà . Il padre oggi è fuori sede per lavoro e chi lo sostituisce in sua assenza ha l’influenza. Abbiamo necessariamente dovuto rimandare a domani.”
E’ andato così il primo giorno di rientro a scuola dopo la pausa natalizia, per Antonio, 12 anni, seconda media”.
Le scuole italiane sono tenute a fornire un’istruzione pubblica gratuita e adeguata ai bambini con disabilità in ambiente accessibile, ma non è sempre così.
Il ritorno a scuola espone nuovamente i bambini e i ragazzi con disabilità a fatiche e a esclusioni pesanti.
L’articolo 28 della legge 118/1971 pone l’obbligo di rendere accessibile l’edificio scolastico, in modo da poter così garantire la frequenza scolastica a tutti.
Tale principio è ribadito anche dall’articolo 18 del DPR 384/1978, che in maniera esplicita impone di rendere accessibili gli edifici delle istituzioni prescolastiche, scolastiche, compresi gli Atenei universitari e le altre istituzioni di interesse sociale nella scuola, adeguando le strutture interne ed esterne a degli standards indicati dal D.P.R. stesso.
Ma così sempre non avviene come rileva l’Istat, Istituto nazionale di statistica, che ha realizzato una rilevazione sull’Inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole che va ad integrare le informazioni già rilevate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
L’indagine si pone l’obiettivo di rilevare le risorse, le attività e gli strumenti di cui si sono dotati i singoli plessi scolastici per favorire l’inserimento scolastico degli alunni con disabilità.
A partire dall’anno scolastico 2017/2018, l’indagine ha esteso il campo di osservazione (solo per la parte che rileva le risorse scolastiche) anche alla scuola dell’infanzia e alla scuola secondaria di secondo grado, consentendo di restituire una descrizione dell’offerta, in termini di risorse finalizzate all’inclusione, relativa a tutte le scuole presenti sul territorio italiano. Tra aprile e giugno del 2022 l’Istat ed ha ricevuto informazioni da 45.268 scuole, pari al 83% delle scuole oggetto di indagine.
Il risultato è che a causa delle barriere architettoniche in Italia è accessibile solo una scuola su tre.
La situazione è migliore nel Nord dove i valori sono superiori alla media nazionale (39,5% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (31,8%). La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, con il 58,4% di scuole accessibili, di contro la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen si distingue per la presenza più elevata di barriere fisiche (soltanto il 19% di scuole accessibili). L’assenza di un ascensore o la mancanza di un ascensore adeguato al trasporto delle persone con disabilità rappresenta la barriera più diffusa (45%). Numerose anche le scuole sprovviste di servoscala interno (31%) o di bagni a norma (24%). All’interno degli edifici, invece, raramente le scale o le porte non sono a norma (rispettivamente 6% e 3 % dei casi).
Scarsa accessibilità per gli alunni con disabilità sensoriale
L’accessibilità degli spazi deve comprendere anche gli ausili senso-percettivivi destinati all’orientamento degli alunni con disabilità sensoriali all’interno del plesso scolastico: solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari a rendere gli spazi accessibili agli alunni con cecità o ipovisione, sono presenti solo nell’1,5%vii delle scuole. La situazione riguarda tutto il territorio nazionale, con poche differenze tra il Nord e il Sud. Nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 19% delle scuo.le ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche mentre il 17% dichiara di non averlo fatto anche se l’edificio ne avrebbe avuto bisogno