La celiachia è una malattia cronica a rischio di complicanze che coinvolge circa 250.000 persone nel nostro paese, ossia l’1% della popolazione.
La celiachia è un’enteropatia infiammatoria, con tratti di auto-immunità, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
Nelle persone geneticamente predisposte, le cellule del sistema immunitario attaccano la mucosa del duodeno, arrivando gradualmente a distruggere i villi intestinali che sono le strutture responsabili dell’assorbimento di nutrienti e minerali. Questo danno determina, nei casi più gravi, una sindrome da malassorbimento e uno stato di malnutrizione.
Per supportare la dieta senza glutine di chi quotidianamente vive questa condizione, il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce all’acquisto dei prodotti senza glutine, garantisce la possibilità di usufruire di pasti senza glutine nelle mense e finanzia la formazione degli operatori del settore
alimentare. Ma la prevenzione è sempre più efficace della cura e l’Italia crede fortemente nei programmi e nei protocolli diagnostici e di follow-up come forma primaria di salvaguardia.
Nel caso in cui ci sia una compromissione stato generale a causa della celiachia può esserci l’attribuzione di percentuali di invalidità, ovviamente, tali condizioni dovranno essere appurate dalle Commissioni competenti.
È utile precisare che gli ambiti di tutela previsti dalla legge sono tre:
1) Invalidità civile;
2) Stato di persona con handicap;
3) Collocamento al lavoro.
In ambito di invalidità civile, necessario eseguire una ulteriore differenziazione tra i soggetti maggiorenni e quelli minori d’età.
Nel caso si ritenga di aver bisogno di un consulto inerenti le agevolazioni previste dalla legge, è possibile scrivere a info@uniciv.it