Ieri la Conferenza Unicificata Stato, Regioni, Province e Comuni ha dato l’assenso al decreto legislativo in attuazione alla delega della Legge n. 227 del 22 dicembre 2023 «Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base e accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato».
Spetterà solo all’Inps gestire l’accertamento con relativa certificazione della condizione di disabilità dei cittadini, mediante il nuovo procedimento di «valutazione di base» che ingloba la verifica di ogni tipologia di handicap o di disabilità oggi esistente: invalidità, cecità, sordità, sordo-cecità, alunni con difficoltà d’inclusione scolastica, persone con difficoltà d’inserimento lavorativo.
Le novità entreranno a regime dal 1° gennaio 2026, dopo una sperimentazione di 12 mesi (tutto l’anno 2025).
Cambiano le parole
Il provvedimento s’inquadra nel programma di riforme del Pnrr (legge quadro su disabilità). Diverse le novità, Cambierà la definizione della condizione di disabilità. Con le nuove norme non sarà più usata la parola «handicap», ma si dirà «condizione di disabilità»; invece di «persona handicappata» o «diversamente abile» o «portatore di handicap» o «persona affetta da disabilità» o «disabile» si dirà «persona con disabilità».
Cambieranno pure le definizioni.
La persona disabile «con connotazione di gravità» o «in situazione di gravità» assumerà la definizione di persona «con necessità di sostegno elevato o molto elevato» e il «disabile grave» diventerà «persona con necessità di sostegno intensivo».
Cambierà la stessa definizione di condizione di disabilità: una duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva o sensoriale che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione in diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri.
Per «compromissione» s’intenderà ciò che deriva da qualsiasi perdita, limitazione o anomalia a carico di strutture o funzioni corporee, come classificate dalla ICF (Classificazione internazionale del Funzionamento), che persiste nel tempo o per la quale è possibile una regressione o attenuazione solo nel lungo periodo.
Diritto alle prestazioni
La persona con disabilità avrà diritto alle prestazioni in relazione alla necessità di sostegno o di sostegno intensivo (oggi, come detto, la condizione di disabilità può essere o meno grave). A tal fine, il provvedimento stabilisce che:
- la necessità di sostegno può essere di livello lieve o medio;
- il sostegno intensivo è sempre di livello elevato o molto elevato (corrispondente all’attuale disabilità grave).
Solo l’INPS potrà fare una valutazione
Dal 1° gennaio 2026 entrerà a regime un procedimento unitario e unificato di valutazione di base, affidato all’Inps, finalizzato a certificare la sussistenza della condizione di disabilità.
Pertanto, il processo dell’accertamento dell’invalidità civile, della cecità civile, della sordocecità, degli alunni con disabilità, degli elementi utili alla definizione della condizione di non autosufficienza e ogni altra situazione di disabilità sarà unificato. L’attivazione avverrà mediante un certificato medico introduttivo anche del medico di base o di altri medici professionisti.
Le altre novità
A gennaio 2025 è prevista l’adozione di due classificazioni internazionali dell’organizzazione mondiale della sanità: quella delle malattie (lCD) e quella del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF).
Entrata in vigore
Il decreto legislativo prevede l’entrata in vigore dal 30 giugno 2024 limitatamente alle norme che delegano all’adozione di decreti ministeriali di attuazione. La nuova disciplina, invece, sarà operativa prima in una fase sperimentale, per tutto l’anno 2025, con l’applicazione a campione delle nuove disposizioni, finalizzata anche all’aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento.Dal 1° gennaio 2026, poi, dovrebbe entrare a regime.